venerdì 4 febbraio 2011

Kyoko Yonemoto - Ravel violin sonata 2nd mov

Il post inaugurale di questo blog non poteva che essere dedicato al secondo movimento "blues" della sonata in Sol maggiore per violino e pianoforte di Ravel, uno dei miei brani preferiti. Ho scoperto questa straordinaria sonata grazie alla visione del film "Un coeur en hiver" di Claude Sautet e credo che sia cominciata da qui la mia passione per la musica classica, benché la ascoltassi sporadicamente anche durante la mia adolescenza.

Ravel dedicò ben 4 anni (dal 1923 al 1927) alla stesura di questa sonata in tre movimenti.

A un "Allegretto" iniziale segue il famoso movimento "Blues", in cui Ravel inserisce con maestria armonie e ritmi tipici del jazz americano, facendoli a tratti cozzare in modo sottilmente ironico con moduli melodici più tradizionali.

Parlando di questa sonata, Ravel dichiarò di voler mettere in risalto l'indipendenza tra i due strumenti e la loro sostanziale incompatibilità. Io, dal basso della mia incompetenza, ho avuto l'impressione che questi momenti di contrasto siano alternati con altri in cui gli strumenti, "quasi umanizzati", intrattengono un vero e proprio dialogo.

Un virtuosistico "Perpetuum mobile" è la chiusa folgorante della sonata.



Questa bellissima esecuzione mi colpisce anche per la ben percepibile sintonia che i due interpreti riescono ad instaurare, a dispetto della presunta "incompatibilità" tra i due strumenti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche io ci sono arrivato così. Claude Sautet, più Ravel, e ancora mi emoziono.

lelenia ha detto...

Io invece collego immediatamente il film di Sautet al trio..e all'impossibilità di amare. Le due cose, insieme, rievocano un intero universo di sensazioni profondissime.
Bello leggere di Maurice..brava!

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